di Cristina Camilli Direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità Coca-Cola
“La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar” fino a trasformarsi in un colpo di cannone che travolge il calunniato, ci incantava Rossini nel Barbiere di Siviglia.
Il fenomeno delle fake news non è esploso di recente, è stato preceduto da miti, leggende, dicerie, superstizioni, profezie, per poi trasformarsi in vera e propria propaganda e calunnie, appunto, che sono state nei secoli utilizzate in modo più o meno consapevole per guidare l’opinione dei più.
Fin quando la comunicazione si è limitata ad avere una sola via di trasmissione del messaggio, spesso non rivolta a tutti, la possibilità di verificare i contenuti era indubbiamente più complessa. L’avvento dei media moderni prima e dei social media poi ha indubbiamente generato una maggiore possibilità di accesso all’informazione, sostituendosi al monologo e creando un dialogo sempre più costante
e immediato.
Questa enorme apertura ha generato anche una maggiore responsabilità in chi comunica, anche se non sempre viene presa in considerazione come dovrebbe, e non si è di pari passo affiancato un processo di “educazione” di chi fruisce la notizia: la capacità di identificare la attendibilità delle fonti, resa ancora più complessa dalla quantità continua di informazioni a cui siamo esposti, diventa un elemento dirimente nella comprensione di un contenuto.
Le fake news sono oggi lo strumento più potente di comunicazione perchè viene permesso loro di essere amplificate: come quel venticello, ancora prima che si possa verificarne l’attendibilità, hanno spesso già avuto modo di diffondere il seme del dubbio in molti lettori che a loro volta sono in grado di amplificare e riverberare un contenuto aumentandone in modo esponenziale la potenza.
Se è sotto gli occhi di tutti come questo fenomeno stia avendo un impatto incredibile dal punto di vista politico, con una continua messa in discussione delle cosidette fonti istituzionali, non è da meno la sfida a cui sono sottoposte le realtà aziendali, ancora più sottotiro perchè sospettate di comunicare in modo parziale o addiritura falso per obiettivi commerciali.
Per trovare le misure più adatte che si possono prendere per arginare questo fenomeno e non colpevolizzare solamente i canali che contribuiscono ad amplificarlo, Corporate Communication Hub si è impegnato a stilare un quadro della situazione attraverso una ricerca che possa evidenziare quale sia la gravità del fenomeno in Italia, chi siano gli attori responsabili della loro diffusione e chi dovrebbe operare per fermarle; dall’altro ci si è proposti di valutare quali strategie comunicative di risposta aziendali e governative siano percepite maggiormente adeguate nel mitigare l’impatto delle fake news sulla fiducia dei cittadini verso aziende e istituzioni.
Uno strumento di analisi che ha degli obiettivi concreti e che si augura di poter contribuire a trovare una soluzione ad un problema con cui quotidianamente si scontra chi comunica e che sta mettendo davvero in crisi la società dell’informazione in cui viviamo.